Biografia di Roberto Raisi
Intervista di Piera Cipriani

Quando arrivo da Roberto, lo trovo perfettamente integrato nel suo mondo molinellese: il cane Billy che saltella nel giardino, la bici appoggiata al muretto, la porta del garage spalancata che lascia intravedere migliaia di cataloghi e di depliant ammassati. E lui che, mentre parcheggio, mi guarda con occhio gentile ma con una malcelata vena di riso: sapeva già dai miei racconti che guido maluccio, ora lo sa per certo…


Eccomi qui, Roberto, domani i vigili ti chiederanno i danni per l’albero che ho appena scorticato…

Non ti preoccupare, entra, entra pure!
Decisamente è un signore e non mi fa pesare nulla… Ci sediamo ed entro subito nel vivo dell’argomento.

Allora, scriviamo la tua biografia ?
Sì, ti ho chiamata proprio per questo che è la parte più… più…. più patetica, sì, la più patetica per uno scrittore. La propria biografia! Bisogna tirare fuori dal cassetto tutti i fatti importanti che possano dare lustro ad uno scrittore, quasi un pavoneggiarsi, un darsi soverchia importanza… Bisogna tirar fuori i blasoni, i diplomi, gli incontri con personaggi importanti…

Non è necessario! Iniziamo tranquillamente, senza strafare. Quando sei nato e dove?
Scusami Piera, hai ragione, oggi sono un po’ polemico. Sono nato il 20 aprile del 1964 a Santa Maria Codifiume di Argenta, nella casa dei nonni materni, Angelo e Jole, ma vivo da sempre a Molinella con la famiglia.
Conosco benissimo sua moglie (gran donna!), ma la domanda è d’obbligo.

Ovviamente, sei sposato…
Sì, dal 1988, con Sabrina e abbiamo una figlia di nome  Beatrice.

E la tua formazione scolastica qual è?
Ecco, tocchiamo subito il tasto dolente. Mi sono diplomato geometra dopo aver abbandonato il biennio di un istituto tecnico d’elettronica, che mi sarebbe servito per continuare a lavorare con mio padre Vito. Sai, lui gestiva un negozio di elettrodomestici assieme a mia madre Marinella e avrebbe voluto che ne continuassi l’attività. Invece ho cambiato rotta. È un peccato non capire, nell’età adolescenziale, cosa veramente si desideri fare nella vita. Io ho capito tardi che la mia passione era vendere. Mi appassionava e mi appassiona ancora oggi. Sono infatti interessato ai comportamenti e ai meccanismi psicologici che portano la gente all'acquisto. Ho cominciato a vendere a sei anni, in villeggiatura, per gioco e da allora non ha più smesso.

A sei anni? Un genio! Davvero precoce…
No, Piera, è  una passione, una vera passione, non sono un genio…
Sempre modesto, il Raisi, mi piace anche per questo.

Allora vendi case, palazzi, villette…?
No, no! Non ho mai esercitato la professione di geometra, né come progettista né come venditore. A vent’anni ho aperto un’Agenzia di rappresentanza che ancora oggi gestisco. Sono però rimasto nel ramo, vendo infatti arredi e mobili di design, ma li vendo al trade, cioè ai mobilieri. Sono veramente contento del mestiere che faccio, perché mi ha dato l’opportunità di incontrare architetti importanti come Patricia Urquiola, Ron Arad, Gaetano Pesce e tanti altri. Loro mi hanno trasmesso la voglia di eclettismo, di novità, di… di ficcanasare, insomma, di metter il naso ovunque per sapere, capire, creare.

Creare anche personaggi, eh? I personaggi delle tue storie, dei tuoi racconti, vero? Ma quando hai deciso di scrivere?

Decisamente, per caso. Tutto è cominciato con la mia grande passione per il cibo, il buon vino e la buona compagnia. Qualche anno fa ho deciso di scrivere una guida gastronomica molto particolare, in cui ho elencato le trattorie e i ristoranti che ho frequentato nella mia professione da girovago. Poi, come si suol dire, la fame vien mangiando, così mi sono detto: “E se scrivessi un bel giallettino?”.

Dalla cucina ai gialli, un bel salto! Va beh che anche Poirot era un gourmet…

Grazie per il paragone, Piera, ma non posso certo con confrontarmi con personaggi così illustri…
Per me bara, in fondo in fondo ci spera, ne sono convinta. Ma faccio finta di niente, so che è una persona veramente modesta, ma so anche quanto lo appassioni scrivere. Pertanto è logico che, in cuor suo, nutra ambizioni, aspirazioni e desideri fortemente il successo.  Così lo ascolto mentre continua a spiegarmi.
Sono da sempre un sognatore, sogno ad occhi aperti in ogni momento. Ma, come ben sai, la vera difficoltà, coi sogni, è tramutarli in fatti! Questa è stata la fase più complessa: far diventare il sogno realtà.  Non solo: dovevo afferrare “in tempo” il mio sogno e metterlo per iscritto. Perché è il tempo che mi manca, data la frenesia del mio lavoro e della mia vita. Ma ce l’ho fatta e ho già scritto il primo giallo, “Il collezionista di orologi”. Adesso, però, nella mia  mente si affollano e si materializzano di continuo tante altre storie divertenti, tutte nello stile del “Il collezionista di orologi” e con i medesimi personaggi.
Adesso gli faccio una domanda cattiva: non se la merita, ma lui scrive gialli, non favole…

E se “Il collezionista di orologi” non avesse successo…?

Devo dire che in questo caso, avendo scritto un giallo particolare come il mio, perché il mio è veramente un giallo particolare, se non ne vendessi un bel po’ di copie, beh… a quel punto resterebbe il divertimento personale, che è già tanto.

Roberto, Roberto, che risposta banalotta… Adesso, però, spiegami perché è il tuo giallo personale.

Non è una risposta banalotta, Piera, io sono una persona con i piedi per terra e non mi sono mai ritenuto un “grande”. Però dovevo almeno provarci! E ci ho provato! Inoltre, se proprio lo vuoi sapere, sono davvero convinto che il mio giallo sia molto, molto personale perché ho usato un nuovo sistema di scrittura che ho voluto chiamare “custom made”, cioè “su misura”.

Su misura, Roberto? In che senso?

Spesso, nel leggere un libro,mi sono chiesto come l’autore immaginasse i propri personaggi e ciò indipendentemente dal fatto che, nel corso del testo, li descrivesse minuziosamente, per cui sono partito dalla scelta delle persone e delle loro facce inserendole materialmente nel libro.

Allora, i tuoi personaggi, te li sei tutti disegnati uno ad uno con la matita o i pennarelli?

No, ho fatto di meglio: ho fotografato e pubblicato nel libro personaggi reali, autentici, che esistono veramente, e li ho utilizzati nel racconto con i loro nomi e cognomi. Sono gli amici di Molinella, da cui sono partito connotandoli di fantasia in un mix in cui realtà e finzione sono imprescindibili: a volte sono loro, con vizi e virtù reali, a volte ne ho snaturato il carattere, perché, ad un certo punto, tu capisci, non potevano essere tutti buoni… Ci doveva pur essere l’assassino, l’ambizioso, il cattivo, insomma! E poi è un giallo semiserio, non potevo restare fedele alla realtà: li dovevo caratterizzare anche d’ironia, per divertire il lettore. Pertanto, esistono e non esistono, sono loro e non sono loro, perché è la fantasia che fa la differenza!

E non si sono offesi nel leggersi così  diversi?

Perché mai? È un gioco e lo sanno bene tutti! Pensa che la vittima è morta nelle prime pagine, se avesse preso il tutto sul serio, sai che scongiuri avrebbe fatto?!
Non ho dubbi! Mi ha convinta…

Torniamo ora agli aspetti più personali, quali sono le tue passioni?

Da ragazzo  pensavo di divenire un buon mezzo fondista, dopo diversi anni passati a correre nell'anello rosso dello stadio di Molinella, rincorso dagli urli e dalle imprecazioni dell’allenatore Danilo Delli. Nel 1978 sono approdato alla Virtus Bologna per merito di Mario Lega, ex campione italiano di salto in lungo. Lì, il nuovo allenatore, il dottor Bonancini, mi ha spremuto come un limone, tirandomi fuori, però, solo risultati decisamente normali e nella media.

Da come ne parli, sembrerebbe che l’esperienza sportiva ti abbia deluso…

No! Perché questo sport è stato fondamentale nella mia formazione: mi ha infatti insegnato a stringere i denti e a tenere duro sempre, in ogni momento della vita quotidiana, che a volte ti riserva sorprese non certo da ridere… Nel 1983, ad esempio, parto per l'obbligo di leva e un terzo posto nelle gare dell'esercito scuola mi permette di  sfruttare le mie doti da mezzo fondista. Il comandante del battaglione "Venezia" di Falconara Marittima mi incarica di rappresentarlo in giro per l'Italia, nelle tante competizioni con gli atleti degli altri battaglioni. Così ho girato le caserme d’Italia gareggiando e divertendomi anche molto.

E oggi quali sono le tue passioni?
Oggi ho trenta chili di troppo, non posso certo comportarmi come quando avevo vent’anni. Diciamo che divago molto, o meglio, che spazio molto.

In che senso?
Apprezzo particolarmente la tecnologia, leggo tantissimo e oggi posso anche affermare che scrivo. In passato ho ricoperto svariati incarichi come, ad esempio, quello di Presidente dell’Associazione dei commercianti del paese. E poi, vedi, prima non ti ho detto una cosa importante: da ragazzo volevo diventare un investigatore privato, tipo Mannix che, in quel periodo, era forse il più famoso detective  televisivo. Non ero il solo, infatti, a considerarlo un grande eroe! Con gli amici di via Puccini (Sergio Alberani, Sandro Cesari, mio cucino Daniele Raisi e Angelo Tugnoli),avevamo formato una squadra anticrimine. Altro che CSI Miami! Già a quei tempi noi giravamo con il manuale del Giovane Detective sottobraccio, la borsa con l’occorrente per rilevare le impronte, le pistole giocattolo, il tesserino di riconoscimento e qualche altro arnese. Eravamo dei divoratori di fumetti come Zagor,Tex Willer, Alan Ford e il gruppo T.N.T, e tanti altri gialli per ragazzi.

Beh, allora l’attività di scrittore di gialli era già impressa nel tuo DNA! E ora quali sono i tuoi futuri progetti, ti darai alla politica? Fino ad ora hai fatto tutto, ad eccezione forse dell’astronauta…

Non mi conosci ancora bene, Piera, la politica per ora non mi attira. Però, sono un entusiasta, per cui a questa domanda rispondo come James Bond,  “Mai dire mai”. Adesso però chiudiamo qui, perché se ti racconto subito tutta la mia vita,come farai ad aggiornare la mia biografia quando sarò famoso?

Ha ragione! Il suo discorso non fa una piega! Lo saluto e me ne torno a casa sull’auto sempre più sbilenca e a voi lettori dico: a presto, in libreria, con “Il collezionista di orologi”! Ah, dimenticavo… uscirà all’incirca nel mese di ottobre 2010, ma voi è bene che lo prenotiate adesso!

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